Annalisa Cera
Leone Minassian
Opere
Cataloghi Mostre, pp. 208 con 188 ill. col. e b./n. (1995)
1921-1929: gli esordi - 1930-1944: il consolidamento della "prima maniera" - La ricerca
formale nelle nature morte del 1945-1948 - 1949-1978: la svolta surreale - Catalogo delle
Opere: pitture, disegni - Biografia - Bibliografia - Scritti di Minassian -
Esposizioni.
Leone Minassian nacque a Costantinopoli l'8 maggio 1905.
A seguito delle persecuzioni razziali compiute dai Turchi sugli Armeni, l'artista - assieme
alla madre e al fratello - esiliò in Italia: dapprima a Napoli e successivamente a Venezia.
In questo nuovo ambiente lagunare ebbe modo di sviluppare il talento verso il disegno e la
pittura, manifestati fin da bambino. Alternò le lezioni private del polesano Amedeo Bianchi e
del veneziano Alessandro Milesi con la frequentazione dell'Accademia di Belle Arti di
Venezia.
La sua vera educazione artistica avvenne però tramite la conoscenza di Pio Semeghini, iniziata
nel 1925 a Venezia e durata per molti decenni.
Nei primi anni della sua attività, sperimentò i più diversi generi pittorici, tutti ispirati
al vero: nature morte, paesaggi, nudi, ritratti, vedute e scorci di Venezia, temi rustici -
realizzati nella maggior parte durante i soggiorni trascorsi con la famiglia a Trecenta -.
Nel 1924 l'artista iniziò a partecipare alle mostre organizzate dall'Opera Bevilacqua La Masa e
nel 1930 alle Biennali di Venezia.
Strinse duratura amicizia con lo scultore Alberto Viani, fu vicino a Giuseppe Santomaso,
conobbe e frequentò il pittore bolognese Giorgio Morandi e, negli anni Cinquanta, divenne
amico dello scultore Jean Arp.
Nel 1945 si delineò la prima rilevante frattura nello stile di Minassian: il tema prediletto
divenne la natura morta, il disegno andò arrotondandosi mentre il colore si incupiva e si
intensificava.
Nel 1947 l'artista iniziò a esporre in mostre personali, attirando l'attenzione della critica
fino ad allora poco interessata al suo operato. Scrissero su di lui Giuseppe Marchiori,
Giovanni Cavicchioli, Carlo Ludovico Ragghianti, Michelangelo Masciotta.
In questo intenso periodo creativo videro la luce i suoi primi articoli a stampa, improntati
alla riflessione sull'arte.
Contemporaneamente, nei quadri dell'artista il riferimento naturalistico divenne di sempre più
difficile lettura e le forme si avvicinarono gradatamente alla pittura surrealistica, anche in
seguito alla conoscenza di Arp, avvenuta nel 1954.
Pur essendo stato uno dei protagonisti più creativi e attenti del secondo dopoguerra italiano,
Minassian fu lentamente emarginato dalla critica d'arte degli anni Cinquanta, meno tollerante
della precedente verso gli artisti alla ricerca di una propria valenza espressiva autonoma,
fino a cadere quasi completamente nell'oblio dopo la morte avvenuta nel 1978.
Fino a oggi all'artista non è mai stata dedicata una mostra retrospettiva, né a Venezia né in
qualsiasi altra città italiana.
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