Carlo Cavriani
Gino Piva tra socialismo e patriottismo
Giornalista inviato del Resto del Carlino sul fronte della Grande Guerra.

Saggistica, pp. 350, ill. (1999)

Presentazione di Franco Della Peruta
Parte prima: Gino Piva e il mito del Risorgimento: L'ambiente familiare. La penna e la spada. Dall'anarchismo al socialismo riformista. L'incontro con Nicola Badaloni, l'esilio e il carcere. 1901-1902 L'affermazione del Socialismo nel Polesine "La Lotta" e l'inizio dell'avventura giornalistica di Piva. 1902-1903: Alessandria, Cesena e Ravenna, "L'Idea Nuova", "La parola dei socialisti". Oda Montanari, l'amore, lo scandalo, la fuga. 1904-1906: Trieste e Pola, Da Remengo a Italiano errante. "Il Proletario", "Terra d'Istria", "Il Gazzettino". 1907-1911: Torino e "Il Grido del Popolo". Piva contro i "pirati dell'automobilismo". 1911: Bologna. La breve illusione de "Il Giornale del mattino" e di "Controcorrente". 1911-1913: Padova e "L'Eco dei lavoratori". 1913-1914: Carpi e il settimanale "Luce". La conversazione interventista di Gino Piva. 1912: Lo scontro con Giacomo Matteotti e il distacco dal Partito Socialista ufficiale. Manfredo Fanti, alter ego di un idealista incompreso.
Parte seconda: 1915-1918 La Grande Guerra. Corrispondenza di Gino Piva dal fronte per il Resto del Carlino: Dal confine orientale dell'Italia. 1914: settembre-dicembre la situazione del Triveneto nel vissuto popolare. 1915: gennaio-maggio, i preparativi bellici e la conversione interventista del Resto del Carlino. 1915: maggio-dicembre. L'Italia in guerra; Gino Piva addetto al Comando Supremo come corrispondente de "Resto del Carlino", quotidiano di Bologna. 1915: agosto-settembre, il viaggio autorizzato dei giornalisti al fronte. 1916: luglio-settembre, Gino Piva di nuovo sul fronte orientale. 1916: settembre-dicembre, gli scontri sul Carso e il caso Douhet. 1917: L'incontro con il sergente Mussolini. Caporetto e la sostituzione ai vertici militari, Cadorna-Diaz. 1918: L'intervista ad Armando Diaz. Dal Piave a Vittorio Veneto e l'intervento degli Stati Uniti. Dopo il 1919: rotture sentimentali e professionali. La ripresa letteraria e poetica.
Appendice prima: Corrispondenza politica: Carteggio Nicola Badaloni-Gino Piva, Carteggio Leonida Bissolati-Gino Piva, Carteggio Ivanoe Bonomi-Gino Piva.
Appendice seconda: Corrispondenza dal fronte per la Patria, Il Resto del Carlino, giornale di Bologna: articoli firmati da Gino Piva dal 9 agosto 1914 al 31 dicembre 1918. Opere di Gino Piva; Bibliografia; Indice dei nomi; Indice dei luoghi; Indice generale.
Carlo Cavriani, uno studioso giovane e promettente, è stato in grado di restituirci nelle pagine di questo volume - con nitore espositivo e sicurezza nei collegamenti tra vicissitudini particolari e corso storico generale - l'inquieto percorso biografico di Gino Piva, un rodigino la cui esistenza fu contrassegnata dall'iniziale partecipazione alla vita politica nelle file del movimento socialista negli anni di fine Ottocento e dell'età giolittiana, dall'interventismo democratico allo scoppio della Grande Guerra, dall'impegno di corrispondente del "Resto del Carlino" durante quel conflitto e da una lunga e dignitosa attività di letterato...
Dopo l'inizio della guerra e nei mesi della neutralità italiana, Piva coerentemente alle sue idee si schierò fra gli interventisti democratici, nella difficile ricerca di una conciliazione fra patria e socialismo che lo portò alla fine del definitivo abbandono dell'internazionalismo proletario, in un crescendo di richiami all'irredentismo e ai valori nazionali del Risorgimento...
L'acuta analisi degli oltre trecentottanta articoli inviati da Piva al "Carlino" tra l'intervento in guerra dell'Italia e la vittoriosa conclusione del conflitto ci consente di cogliere dal vivo il lavoro svolto dal rodigino come corrispondente dal fronte e dalle retrovie...
Finita la guerra Piva si andò gradatamente estraniando dalla vita politica italiana, senza prendere parte attiva negli avvenimenti del "biennio rosso" e in quelli che portarono successivamente all'avvento al potere del fascismo e al consolidamento del regime di Mussolini. Il rodigino, che non prese mai la tessera del PNF, continuò tuttavia l'attività giornalistica (su un versante letterario e culturale), intervallata dalla pubblicazione di saggi storici, romanzi e poesie, con un ripiegamento nostalgico sul Polesine e le sue genti. Una vita quindi appartata, priva dell'entusiasmo e degli scatti che avevano caratterizzato la sua esistenza fino al 1918-19, e che si concluse nel 1946.
Franco Della Peruta

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