Villa Loredan-Grimani Avezzù a Fratta Polesine
a cura di Ruggero Maschio
pp. 196, 140 ill. (2001)
Presentazione di Luciano Zerbinati
Prefazione di Lionello Puppi
Ruggero Maschio, Dimore degli dei. Il contesto, i committenti e i personaggi nelle vicende di
Villa Loredan-Grimani, Molin, Avezzù - Luigi Contegiacomo, Genesi di un sogno: le
origini delle ville Loredan-Grimani e Badoer - Ruggero Rugolo, La fabbrica e il suo
sito: per "pareggiar la Fratta a l'alta Roma" - Francesca Bottacin, D'amore, di storia,
d'alchimia e di agricoltura: la decorazione - Francesca Bottacin e Ruggero Rugolo,
Villa Loredan-Grimani, Avezzù. La fortuna critica - Francesca Bottacin e Ruggero Rugolo,
Villa Loredan-Grimani, Avezzù. La fortuna letteraria - Francesca Bottacin e Ruggero
Rugolo, Albergi genealogici - Francesca Bottacin e Ruggero Rugolo, Appendice
documentaria.
A Ruggero Maschio, il quale ha tirato le fila di un testo introduttivo di respiro largo e
curato l'edizione del volume che ne è sortito: a Ruggero Rugolo, il quale s'è fatto carico
dell'inchiesta sulla fabbrica, nella sua realtà spaziale e di sito; a Francesca Bottacin, che
ne ha affrontato le problematiche iconologiche, iconografiche e figurative; a Luigi
Contegiacomo cui è toccato il compito d'addentrarsi pei fondi, scarsamente praticati ma
rivelatisi prodighi d'informazioni decisive, all'Archivio di Stato di Rovigo - resta la
benemerenza impareggiabile d'averci donato un'autentica e completa monografia su villa
Loredan-Grimani ch'è, al tempo stesso, uno spaccato illuminante di storia sociale, culturale
e, in primis - ovviamente -, artistica, non tanto polesana quanto veneta, e una lezione di
metodo...
Se a ciascuno dei grandi fuochi architettonici di "triangolazione normale del territorio" veneto
fosse dedicato un impegno pari, per dedizione e intelligenza, a quello che s'è concentrato su
villa Loredan-Grimani di Fratta Polesine ed ha prodotto, anche grazie alla lungimiranza
dell'associazione Minelliana e all'illuminata disponibilità dei proprietari attuali, il libro
che qui si congeda, potremmo disporre, e neppur su proiezioni bibliche di tempo, d'uno
straordinario atlante storico della regione che fu veneto stato da terra. Chissà, che allora,
codesto volume non possa costituire anche uno stimolo al Centro Internazionale di Studi di
Architettura di Vicenza, a riattivare il corpus palladianum che, con grande acume, Rodolfo
Pallucchini aveva voluto e Wolfgang Lotz ed André Chastel avevano sostenuto ma fu, poi,
inesplicabilmente e colpevolmente interrotto; e all'Istituto Regionale per le Ville venete a
dilatare verso traguardi di solida struttura scientifica, un'attività per adesso circoscritta
alla pur opportuna e utile elencazione dei reperti e a compilazioni meramente divulgative.
Lionello Puppi
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