Elios Andreini
I mitici albori del Polesine sabaudo


Saggistica, pp. 366. Prima edizione 1994 - Nuova edizione 1997

Il saggio ricostruisce, sulla base della documentazione archivistica e bibliografica i momenti cruciali del Polesine nella transizione dal dominio austriaco a quello piemontese. La categoria storiografica attraverso la quale l'Autore ci spiega il "nostro" 1866 è la continuità. Nessuna frattura politico-amministrativa né sociale va ad incrinare un processo tutto sommato indolore. "Un'oligarchia di censo e di sapere" - per dirla con Ernesto Ragionieri - si dimostra pronta a riconvertirsi politicamente per mantenere il controllo economico e amministrativo, le cui prerogative sono in sostanza l'anticlericalismo, il liberismo, la moderazione politica. La seconda chiave di lettura possibile è quella del costume. Il volume diventa così un singolare repertorio di aneddoti sulla vita della provincia, svelando in ampi e coloriti squarci la mentalità di un'epoca. Ci si sofferma sulla qualità dell'istruzione (con classi che arrivano fino a 100 alunni), della pubblica beneficenza (gli ospedali per "maniaci", la Casa degli Esposti, il Pio Istituto delle Zitelle), della giustizia, l'attività teatrale, gli elenchi delle compagnie che si esibiscono e i titoli delle opere. Altrettanto per le fiere con le manifestazioni ad esse collegate. Il tutto nel quadro della ricorrente polemica, della mormorazione, del pettegolezzo che caratterizzano inevitabilmente le piccole realtà urbane.
Valentino Zaghi

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