Nicola Badaloni
Interventi parlamentari, scritti politici e scientifici, corrispondenze

a cura di Claudio Modena

Rapporti/Polesine e Cultura padana pp. 828, ill. (2000)

Presentazione di Filippo Zebini e Fabio Corvatta
Prefazione di Claudio Modena
Parte prima - Interventi parlamentari di Nicola Badaloni dalla XVI alla XXVI legislatura 1886-1922
Parte seconda - Nicola Badaloni e "La lotta" Corsivi firmati da Badaloni sul settimanale "La lotta", giornale socialista del Polesine dal 1900 al 1911
Introduzione di Franco Foschi
Parte terza - Nicola Badaloni, Scritti medico-scientifici
Introduzione di Rita Levi Montalcini
Parte quarta - Nicola Badaloni, Corrispondenze, discorsi, commemorazioni
Introduzione di Massimo Cacciari
Postfazione di Giancarlo Galan


Nicola Badaloni non fu solo il medico dei poveri. Quando arrivò a Trecenta aveva già fatto le sue scelte sociali e politiche. Quelle che Giovanni Falleroni, recanatese anche lui, medico, garibaldino e fiero repubblicano, gli aveva insegnato orientandolo alla lettura de "La Plebe"...
Per singolari coincidenze e affinità culturali, in quel tempo furono molti i medici condotti e gli scienziati, che vissero contemporaneamente la necessaria innovazione della medicina, dell'igiene e della prevenzione, come un problema da collegare con profonde riforme sociali, di promozione della istruzione popolare, di lotta alle cause della povertà. Di qui una naturale adesione ad un socialismo che era fondato sulla convinzione che l'uomo è corpo e spirito insieme e che non può curarsi la malattia se non si liberano le energie dello spirito dai condizionamenti di una società oppressiva...
Franco Foschi

... Nato a Recanati nel 1854, Nicola Badaloni fu tra gli esponenti di quella cosiddetta "utopia igienista" di fine Ottocento che metteva il sapere scientifico al servizio dell'umanità: fra gli illustri clinici e scienziati che se ne fecero portatori spiccano i nomi di Stanislao Cannizzaro, considerato, insieme con Avogadro, tra i fondatori della ricerca atomica e nucleare; Antonio Cardarelli, clinico di scuola partenopea; Jacob Moleschott, fisiologo olandese e senatore del Regno; Alfred Nobel, il chimico e filantropo svedese fondatore dell'omonimo premio.
Anche come giornalista (fondò il settimanale La lotta, cui collaborò anche Giacomo Matteotti), Badaloni privilegiava la funzione umanitaria ed educativa, alla maniera di Mazzini e De Amicis.
In un articolo del 1902 intitolato "La difesa del lavoro, delle donne e dei fanciulli", condannò lo sfruttamento del lavoro minorile. Per il suo impegno a favore dei braccianti del Polesine meritò l'appellativo di "santo della palude".
Gli scritti scientifici e politici di Badaloni sono ora raccolti in un volume dell'editrice Minelliana intitolato a suo nome, con introduzioni di Rita Levi Montalcini, di Massimo Cacciari.
Franco Foschi

Nel 1921, Badaloni presentò al Senato una relazione sul commercio degli stupefacenti, nella quale metteva a nudo l'esistenza di un'organizzazione criminosa "che introduce il veleno dai centri di produzione dall'estero e lo diffonde nel Paese", sottolineando il diffuso utilizzo di droghe e preparati chimici. Fece varare una legge contro l'uso della cocaina.
Nel 1920, su proposta di Giolitti, Nicola Badaloni fu nominato senatore del Regno.
Morì nel 1945, in quasi completa miseria, dopo aver dignitosamente rifiutato tutte le offerte di aiuto da parte del regime fascista.
Gaetano Afeltra
(Corriere della Sera - 26 settembre 2000)

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