Polesine. Un tipico esempio di cucina di confine
a cura di Nemo Cuoghi

Etnografica, pp. 64, ill. (1994)

Presentazione di Franco Marenghi
Introduzione di Lucio Rizzi

Nemo Cuoghi, Momento di analisi sulla cucina di confine - Giovanni Capnist, Andrea Palladio architetto e la "cucina polesana" - Ranieri Da Mosto, La cucina di mare tra Venezia e il Polesine - Pietro Fracanzani, La cucina dell'Adige fra Padova e Rovigo - Adalberto Genovesi, Ragioni di una ricerca dell'autentico in territorio polesano e mantovano - Severino Sani, Influssi della cucina ferrarese lungo l'asta del Po - Giovanni Vicentini, La cucina di Valle nel veronese e nel Polesine.

Il Polesine, grazie alla sua posizione geografica, per le sue vicende storiche e forse anche per il carattere della sua gente, si presta in modo esemplare allo studio di come le province contermini abbiano influenzato l'alimentazione del territorio.
Sulla formazione dei modi di cucinare hanno influito il modo determinante le dominazioni Estensi e Veneziane, prima, e successivamente i frequenti contatti con genti di altre province lungo le vie fluviali del Po, dell'Adige e del Tartaro-Canalbianco.
È questa, forse, la cucina polesana più autentica, ottenuta attraverso esperienze di generazioni, spesso utilizzando quanto la natura offriva, a volte avara ed a volte generosa: pesce d'acqua dolce e pesce di laguna, selvaggina, erbe di campo, prodotti dell'orto e della corte, pane biscotto, tanta polenta, gialla e bianca.
Il Polesine di Rovigo è una lunga e stretta lingua di terra, compresa fra i due maggiori fiumi italiani, solcata da fossi e canali, bruciata dal sole della Padania, con un "cuore veneto" e con una cucina che, attingendo tradizioni da altre province e da altre regioni, può riservare sorprese inattese, originali e molto gradite.

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